4 domande davanti allo specchio

Questa settimana vorrei darvi un consiglio di lettura con qualche riflessione annessa.

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Si tratta di questo libro di Alessandro Donadio: Hrevolution. In apparenza si tratta di un libro rivolto a coloro che operano in area risorse umane. Non è così

Pur entrando in dettagli dedicati a coloro che svolgono nelle aziende questa funzione la lettura è illuminante per tutto coloro che, a vario titolo, ed indipendentemente dal ruolo, sono impegnati nei processi di trasformazione ed evoluzione della propria organizzazione.

Sì perché, troppo spesso, ci dimentichiamo che la rivoluzione che ci troviamo davanti non sarà mai in grado di essere eseguita se ci dimentichiamo della trasformazione delle nostre organizzazioni e soprattutto delle persone che ne fanno parte.

Donadio ci racconta come le organizzazioni siano diventati luoghi stretti. Come, in molti casi, non siamo riusciti a superare il vecchio concetto taylorista che considera le persone come fattori produttivi, risorse appunto.

Il passato ci ha abituato a pensare alle organizzazioni come luoghi della normalizzazione. Luoghi in cui il nostro massimo sforzo è quello di “attenuazione della variabilità”.

La variabilità si sa è una delle componenti da combattere perché “troppo imprevedibile per essere resa produttiva”.

Ma qui, qui Huston abbiamo un problema !!

Non so se vi capitato di incontrare nei vostri pellegrinaggi in rete le immagini delle aziende della Silicon Valley. E’ famosa l’immagine dei “reparti produttivi” di Facebook. Un grande spazio aperto dove si “muovono” 5.000 persone senza regole!

O meglio con un’unica regole ed impegno fondamentale! Organizzarsi in team e lanciare proposte di miglioramento ai project manager del prodotto che hanno il compito di decidere se accettare o rifiutare la proposta di miglioramento

Una banda di pazzi? Bah forse, però si sono accorti che le cose funzionano meglio !

Ed è un po’ su questo sfondo problematico che si dipanano le riflessioni di Donadio.

Come si possono creare i CONTESTI per liberare idee, per dare vita ad un ecosistema diversificato, perché ricordiamoci, diverse sono le persone della nostra organizzazione

Contesti in cui le persone, a prescindere dai livelli manageriali, possano liberare ingegno attraverso conversazioni e interazioni che creano intelligenza collettiva.

Donadio ci da un bel po’ di indicazioni per indirizzare il nostro cammino.

E ci esorta a compiere uno sforzo organizzativo che ci conduca verso la creazione di una organizzazione sociale, o social organization se preferite il termine inglese, oppure #socialorg se preferite ricercare il topic con l’hashtag 🙂

Cosa sono le social organization ?

Social organization è un concetto che fu introdotta da Bradley e McDonalds in un libro dal titolo , appunto, The Social Organization, uscito nel 2011. I due autori ci raccontano come la rivoluzione dei social media abbia reso possibile il potenziamento del sapere attraverso la conversazione organizzativa.

Donadio estende questi concetti e ci rappresenta il concetto di #socialorg come qualcosa di molto altro. Ci offre, una visione, più approfondita sulla trasformazione delle organizzazioni rispetto ai “semplici” vantaggi derivanti dall’adozione delle social technologies.

E, definisce la socialorg come:

 “una piattaforma … sociale, culturale e organizzativa, …. abilitata dalla tecnologia,   che libera il potenziale di interazione, conversazione, collaborazione umana”.

Quindi sono i tre concetti chiave:

Piattaforma: intesa non tanto in un’accezione tecnologica ma come un luogo che consente l’incontro, il collegamento, l’interazione tra le persone.

Sociale, culturale, organizzativa:

  • Sociale perché stiamo parlando di relazione tra le persone;
  • Culturale perché questa relazione tende a creare identità di gruppo, pensieri distintivi del gruppo;
  • Organizzativa perché queste relazioni interazioni creano poi processi, ruoli pratiche organizzative appunto.

Infine richiama il tema delle Tecnologie abilitanti perché servono come dire a fare crescere in modo esponenziale le azioni umane “normali”: incontrarsi, parlarsi, risolvere problemi, dare senso alle cose.

Insomma le nostre organizzazioni devono diventare contesti che abilitano le energie delle persone. E qui cito testualmente una frase significativa:

” Un abilitatore non comanda né controlla, non indirizza né dà indicazioni, non spinge né tira”.Crea le “condizioni per”.

Bene! Abbiamo fatto una panoramica teorica “appoggiandoci” alle riflessioni di Donadio. Mi raccomando leggete il libro!

Ora pensiamo un po’ alla nostra vita normale di persone normali nelle nostre imprese normali, non nella “stupenda” Silicon Valley.

E vi pongo quattro domande derivate da quattro modelli di comportamento che ho tentato di semplificare nella mia vita normale di consulente normale. Quando si riduce la complessità umana a dei modelli di comportamento si fanno sempre delle semplificazioni. Tuttavia è un modo per cominciare la discussione.

Quattro domande a cui vi prego di rispondere da soli davanti allo specchio. Così, come una specie di esercizio di valutazione, per costringerci a riflettere in che punto siamo rispetto ai processi descritti.

Immaginatevi nella vostra impresa. Siete davanti ai vostri progetti, ai piani di sviluppo, alle vostre trasformazioni. Siete il proprietario, il CEO, il direttore generale, il direttore di una divisione, di un’area di affari, avete la responsabilità di un team con due persone..non so…

Insomma qualsiasi sia il vostro ruolo nella scala gerarchica, in quale di questi modelli di comportamento vi sentite a vostro agio ?

  1. Io ci penso e ti dico come si fa !
  2. Io ci penso e ti propongo caro collaboratore , collega partner come si fa …in attesa che tu mi fornisca qualche supporto alla correzione di errori !
  3. Io ci penso tu ci pensi e concordiamo insieme come si fa !
  4. Ci pensiamo insieme e progettiamo insieme come si fa !

Osservare il vostro comportamento e quello della vostra organizzazione. Registratelo e pensate se state facendo tutto il possibile per liberare tutte le energie creative delle persone della vostra organizzazione

Sarei davvero felice di raccogliere le vostre riflessioni. Se vi va raccontatelo nei commenti oppure scrivetemi in privato: a .guidi@restart.digital.

Se avete qualche amico che ritenete possa trarre vantaggio da questa riflessione allo specchio condividete il video!

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Silenzio delle idee lunghe

tanti piccoli flebili suoni cantano un brusio di fondo accompagna costantemente  le ore della nostra giornata scrivo sul mio iPhone direttamente nella

Per fare tutto ci vuole un fiore

Per fare un tavolo ci vuole il legno, Per fare il legno ci vuole l’albero, Per fare l’albero ci vuole il seme,

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