Attendere, esercizio della maturità. Attesa, esercizio saggio del proprio equilibrio, entrare in simbiosi con l’ ambiente, comprenderne le dinamiche. Attesa, stato di chi possiede “ragione” , esperienza. Mi trovo quasi ogni giorno a convincere e a convincermi ad esercitare la saggezza dell’attesa.
Attesa, saggio e simbiotico rapporto con il mondo o confuciano adattamento al migliore dei mondi possibili? Possiamo definire “giovanile impazienza” quella di coloro che non attendono gli eventi ma cercano di determinarne il corso ?
Attendere sì fermarsi no!
2 risposte
Caro dottore, la questione è troppo ampia per dare una risposta precisa!
Se è vero che saper aspettare, inteso come temporeggiare, è segnale di maturità, intesa come esperienza, e se è altrettanto vero che l’impazienza contraddistingue i più giovani, intesi come inesperti, allora mi viene un dubbio atroce!
Non sarà che quella maturità è l’altra faccia della stessa medaglia che uccide l’istinto, che è ciò che fa muovere i più giovani???
E se così fosse, allora l’impazienza giovanile sarebbe riconducibile all’istinto e quindi alla speranza e quindi al coraggio di tentare, ciò che l’esperienza, in genere, ‘toglie’.
Mi piace di più pensarla diversamente.
L’arte del ‘temporeggiare’, secondo me, è una dote innata (come la saggezza) in alcune persone, una vera e propria attitudine che non si può imparare con l’esperienza. Se così non fosse allora, gli impazienti pentiti (cresciuti), non sarebbero altro che persone la cui esperienza li ha costretti a non aspettarsi più novità dalla vita e a subordinare gli istinti alla razionalità.
Bisognerebbe nascere ‘temporeggiatori’ (uomini saggi), ma continuare sempre ad esercitare il proprio diritto di vivere nella speranza. A questo punto bisognerebbe definire meglio le caratteristiche del ‘temporeggiatore’ e anche il significato di ‘speranza’. Ci provi tu nel prossimo blog?
Altro aspetto del problema è rivestito dal significato che riveste il concetto ‘tempo’. Questo mi pare, oggi, l’aspetto che più di tutti ‘conduce’ la vita di ogni uomo.
Mi pare pure che la ricchezza di un uomo oggi si possa misurare proprio nella quantità del tempo che ha a disposizione. (tempo che resta da vivere, tempo libero, tempo per pensare, tempo per temporeggiare)
A questo punto mi stanno assalendo altri dubbi sul concetto di saggezza. E’ più saggio l’uomo che sa aspettare o quello che sa vivere rischiando???
Mi viene in mente una soluzione al problema: l’arte del temporeggiare dovrebbe diventare una materia da insegnare ai bambini fin dalle elementari! Che ne dici?
kiss
lella
Tempo, attesa, speranza: una triade difficile da maneggiare.
Il tempo, risorsa scarsa, sembra non aver bisogno di spazi di attesa.
Le scansioni dell’attesa danno tuttavia spazio alla speranza.
La speranza alimenta il senso della nostra vita.
Si, hai ragione il buon uso del tempo dovrebbe essere oggetto di studio alle scuole elementari