Quando non sappiamo cosa fare cerchiamo di raccogliere informazioni circa il contesto, circa i fatti, circa le persone. Più informazioni raccogliamo maggiore la nostra percezione di sicurezza nella scelta.
Ogni volta che ci troviamo di fronte ad una scelta adottiamo, inconsapevolmente, una sorta di approccio galileiano. Potremo per assonanza al metodo scientifico dire che dopo aver formulato le ipotesi procediamo alla verifica ‘sperimentale ‘ delle ipotesi formulate.
Ma quello che viene celebrato come ‘metodo scientifico’ rappresenta spesso la coperta di Linus delle scelte della nostra vita.
La coperta del “tecnicamente non fattibile” che scherma tutto ciò che è mosso dall’intuizione, dalla passione per la creazione.
Ed ecco allora che i nostri sforzi si concentrano nella ri-soluzione dei “problemi” che la quotidianità ci presenta. E giù a mettere insieme belle metodiche che ci ‘difendano’ meglio dalle insidie dell’oggi e del dopo-domani.
Queste pratiche, che definirei degenerazioni del metodo galileiano, inducono una sorta di acquiescienza alla realtà per come fino ad ieri è stata rappresentata.
Oggi, dopo Copernico, sappiamo tutti che la terra gira attorno al sole; ma cosa c’è di più ‘reale’ del sole che ruota intorno a noi, terra.
Cosa scatta nella mente di quegli uomini che ad un certo punto immaginano che la realtà possa essere diversa da come viene percepita e rappresentata ?
Quando mi capita di fare questi discorsi mi sento dire: “ma tu non sei mica Copernico?”
Che dire: non posso certo dargli torto!!