Il dibattito sul salvataggio delle compagnia di bandiera infiamma giornali e rubriche televisive.
Alcune cose che non capisco.
- Se siamo nel libero mercato, che differenza c’è tra un’azienda privata italiana ed un’azienda privata francese? Oltre tutto siamo in Europa
- Se siamo nel libero mercato perché preferire un’operazione che costa di più, sia sotto il profilo finanziario che quello occupazionale?
- Se siamo nel libero mercato perché scaricare sul contribuente il costo di un’operazione di pura imprenditoria privata?
Insomma questa operazione a chi giova:
- All’Italia? NO. Pare che questa operazione costi al contribuente circa 1 miliardo.
- Al dipendente dell’impresa in crisi? NO Gli esuberi sono oltre il doppio rispetto alla soluzione Air-France
- Alla permanenza di un intervento pubblico nell’area dei servizi essenziali? NO. Consegniamo gli asset ad una cordata di privati che hanno un solo obiettivo nel loro oggetto sociale: il profitto
- All’imprenditoria italiana? SI, che frustra i cavalli solo in ambiente in forte odore di protezionismo
- A Berlusconi? SI, che in questo modo entra nel salotto buono della finanzia italiana
- A Berlusconi? SI, che alimenta la sua insaziabile sete di potere.
- A Berlusconi? SI, che con questo nuovo potere acquisito potrà esercitare meglio l’arte del dono strumento per inseguire il suo principale desiderio: piacere.
Berlusconi ha sdoganato. Ha superato gli esami e anche la “finanza buona” gli offre fiducia.
L’era Berlusconi finirà, per anagrafe, tra quattro anni forse o forse più.
Nel frattempo la “nuova sinistra” avrà perso anche la patente di credibilità che fino ad oggi era gli era stata attribuita, superata anche in questo.
Chissà che a qualcuno non venga in mente che il mestiere della sinistra non consiste nel frequentare il salotto buono delle finanza italiana.
Ad ognuno il suo mestiere!