In natura ogni cosa ha un ciclo di vita. nascita, crescita, declino.
Perfino le cose che costruiscono gli uomini apparentemente inanimate hanno un loro ciclo di vita.
Grandi opere architettoniche attraversano gli anni superano le generazioni non non sopravvivono in eterno.
Prima sono superati dalla cultura. Ogni epoca ha il suo stile e assegna all’attività umana un tipo di edificio.
Poi il tempo scalfisce le pietre e le tiraforma in archeologia, resti.
Ad ogni evo si attacca un stile, un modo di abitare, un pezzo di cultura, di pensiero.
Gli uomini sono atterriti dal pericolo di diventare resti, oggetti inanimati , lavoro per archeologi.
Per combattere questo rischio generano nuovi valori, scoprono, cose viventi. Scoprire: l’atto di alzare il velo a ciò che in matura già esiste. Ormai tutti i veli sono stati alzati. L’opera della natura non presenta più alcun segreto.
Attratti più dal mestiere dell’architetto che da quello dell’archeologo gli uomini cercano nuove verità.
Nuovi bisogni definiscono nuove identità.
Ma quasi tutti i nostri nuovi bisogni si dissolvono ancora prima di diventare resti.
Non abbiamo nemmeno il tempo di farli diventare cultura.