Per mestiere e per interesse sono “costretto” ad occuparmi di innovazione. Innovare è interessante, non è di per se cosa buona; diventa cosa buona è giusta quando rende gli uomini più felici, quando migliora la qualità della vita complessiva.
Innovare, atto che guarda al futuro e diventa anche impegno per le nuove generazioni.
Si fa un gran parlare di innovazione. Convegni, studi, ricerche. Poca governance.
Chi fa innovazione?
- Chi ha idee. Qualcuno ne ha, di idee intendo. Qualche volta alimentate dalla ricerca, spesso dall’esperienza.
- Coloro che tentano dei percorsi di impresa sulle idee di cui sopra
- Chi ha soldi, tanti e compra le imprese di coloro che hanno tentato percorsi di impresa ed hanno avuto successo.
Il tessuto culturale della PMI italiana è pieno di luci ed ombre. Tuttavia segnato dalla presenza di imprese che hanno percorso il primo ed il secondo stadio rimanendo spesso pervicacemente indenni da terzo. Alcuni, non pochissimi, hanno resistito anche al canto delle sirene di dirottare capitali verso attività a rendimento maggiore e rischio più contenuto.
Le sfide:
- Per le imprese: che considerano un fatto etico sviluppare idee e lavoro
- Per la politica: che deve sviluppare la governance dell’innovazione . Garantire la genesi usando lo studio oltre che l’esperienza. Garantire lo sviluppo delle idee senza ricorso alla colonizzazione di chi ha soldi, tanti.
2 risposte
qualcuno è anche creativo eh! E vede intorno, e copia in modo creativo..:)
Ciao Enrica, copiare da uno solo è plagio, se invece copi da più persone è ricerca..
:))))
A parte gli scherzi, ho letto ieri il post di Luca de Biase che riportava i contenuti del seminario di Torino. Mi ha spinto a riportare alcuni spunti tratti dalle discussioni degli ultimi giorni della mia vita professionale intorno al tema della governance dell’innovazione.
Questa innovazione…tutti ne parlano e nessuno la fa!!