Si pone ogni tanto il problema del ricambio generazione.
Appartengo alla generazione dei quasi “vecchi” , anni 47.
Pochi anni fa, ebbi uno scontro forte sul tema dell’esperienza con il direttore generale dell’azienda presso la quale lavoravo. Scrissi poi queste parole che poi divennero l’incipit del mio primo blog.
Titolo: prigionieri dell’esperienza
“L’esperienza è il nostro “patrimonio genetico”, ci rende unici, irripetibile. L’esperienza affianca alla novità la forza della replicabilità. MA, a volte diventa un inevitabile limite. Costringe gli uomini entro le gabbie della iterazione a ripetere. Allontana dalla dialettica e dalla ri-flessione che danno vita alla vita”.
Quando ingegno ed esperienza trovano la giusta iterazione, di solito, si creano buoni team di lavoro e grandi relazioni per la vita.
In gioventù il nostro cervello pieno di rapidi neuroni apprende e risponde con maggiore rapidità agli stimoli ambientali, fisici ed intellettuali. Tuttavia, al passare degli anni non sembra di aver lasciato sul selciato un sacco di neuroni cadaveri. Arrivano”dell’esperienza” , in soccorso, miliardi di sinapsi che mettendo in relazioni singole informazioni contribuiscono alla crescita della conoscenza.
Uscendo dalla metafora neurologica, tutte le volte che si creano universi chiusi, tutte le volte che in nome di un diritto apperente si sacrificano le possibiilità del pensiero si compie un atto di “ingiustizia sociale”.
5 risposte
già, e chi ha in tutto 2 neuroni in croce? hai voglia a fare sinapsi..:)
scherzo, ovvio, però l’esperienza, se si riesce contemporaneamente a tenere aperta la mente al nuovo, è assolutamente un bene inestimabile!
Si Enrica hai ragione ma questa storia del merito e del ricambio generazionale mi fa ridere. Si fa un sacco di rumore sul ricambio generazionale quando il problema è di oligarchia politica, non generazionale.
Mi fanno venire il nervoso gli “esperti” ma nello stesso momento odio pure i “giovani” che non hanno altra ansia che quella di occupare posizioni di potere.
Poco si vedono, questi giovani nella faticosa e lenta discussione analitica.
Insomma creare universi chiusi, giovani e vecchi, genera categorie che non mettono in campo merito ed analisi ma solo lobby.
Gran bel spunto di rifessione, Alessandro. “Noi siamo la notra esperienza”, questo è il mio motto, e lo siamo cono tutti i limiti che hai sottolineato. L’universo chiuso è un grosso problema porprio in Italia, che da vari decenni ormai si nutre solo della propria esperienza. Parlo del paese, della sua struttura sociale, come di un organismo unico, perché è così che lo vedo dall’estero ormai.
I giovani … (li chiamo anch’io così dato che sono della tua generazione ;)) … hanno perso l’interesse, l’incentivo ad espanderlo, questo universo chiuso. E un’intera generazione perderà l’occasione unica dell’arricchimento che consegue l’osmosi culturale, unico fatto positivo del nostro pianeta globalizzato.
Lotta dura senza paura per dire no:
Ai giovani saccenti
Ai vecchi esperti
A coloro con le verità condite di falsa coscienza.
A coloro che “la discussione è una perdita di tempo”.
A coloro che ” abbiamoun sacco di problemi”..il resto sono discorsi
A coloro che “le idee non contano”
A coloro che “contano i fatti”…
Nel nostro paese tutti “coloro” sono ben rappresentati.
Hai ragione Martina. Chiuso nel loro provincialismo perbenista perderanno (perderemo) un’occasione storica.
La crescita e l’osmosi culturale.
Mah!!
Tu che dici sono troppo vecchio per “migrare” ?
🙂