Pare che, numeri alla mano, l’Italia sia un paese tra i più sicuri del mondo.
Pare che, sempre numeri alla mano, in Italia il numero delle forze dell’ordine impiegate sia notevolmente superiore rispetto a paesi come Francia e Gran Bretagna.
Non possiamo farci niente se la percezione è tutta un’altra
Destra e “sinistra” hanno pensato che se l’elettorato era pervaso da questa percezione di insicurezza bisognava pur fare qualcosa… per prendere voti!!
La percezione si sa non ha un percorso lineare.
Ciò che sento oggi non è detto che sia uguale a ciò che sento domani. Potrei compiere addirittura una serie di esercizi per aumentare l’intensità e la profondità delle percezioni di qualcuno tra i miei sensi.
Vi sono innumerevoli pratiche che si pongono il nobile scopo di scoprire l’essere dell’individuo, l’essenza delle cosa. Molte di queste arrivano dall’oriente.
In ogni caso la conoscenza ,indipendentemente dai percorsi, siano essi mistici, religiosi, o basati sulla scienza occidentale, è mossa dalla continua ricerca della verità.
Nel momento in cui si trova ad approdare al vero arriva incessante la domanda: le cose che sento sono vere o frutto delle mia percezioni, quindi, in quanto mediate dai miei sensi, passibili di errore?
In genere ciò accade.
Se guardiamo la luce il nostro occhio non ci fa scorgere i colori dello specchio.
Il nostro orecchio non è fatto per sentire tutti i rumori.
Il nostro corpo si muove in un duplice equilibrio: quello tra i sensi e quello tra i sensi è ambiente. A volte l’ambiente richiede meno vista e più udito o viceversa.
L’equilibrio tra i sensi e ambiente può saltare per un repentino cambiamento del contesto o per un malfunzionamento della macchina corporea.
Ciò che accade con frequenza nella formazione delle percezioni collettive dove si fa uso frequente della pratica del pregiudizio.
Il giudicare senza aver compiuto approfondita analisi è pratica diffusa del nostro tempo.
Non male come rischio, quello di vederci tutti impegnati a sbrigare cose che non hanno fondamento.
Percezione, analisi, giudizio, conoscenza e poi di nuovo percezione, analisi… Questo cerchio della conoscenza si spezza quando una di queste fasi è percorsa in modo incompiuto perché a velocità troppo elevata.
Quando l’analisi è scarsa e il giudizio si forma con scarsità di elementi. La percezione si concentra su un punto ; quando si è formato ormai è troppo tardi. E’ diventato verità.
La pratica del pregiudizio: qualcuno lo fa per dolo, qualcun altro per negligenza se non addirittura per scelta.
Forse dovremo consigliare i “veloci riformisti” di fare un passo indietro, a quella buona e “lenta” pratica dell’analisi.