Promessa mantenuta

Un viale  sterrato pieno di rose apre la vista delle villa. Una nuvola di polvere si alza al passaggio. Aumento leggermente la velocità, guardo dietro, mi garbano le strade con la polvere.  Vicino alla villa un parcheggio “disordinato”. Non vi sono posti segnati ma spazi in mezzo agli alberi, che sembrano nascondere l’auto in sosta.

Entro,  libero, nessuno che ti blocca l’entrata.  Si entra in casa , in un salone pieno di arazzi con una scala sulla destra che porta probabilmente alle stanze superiori. Vado avanti con passo sicuro solo perchè sono stato precedentemente istruito, altrimenti sarei di sicuro stato intimorito da questa “ospitalità” dal tono nobile.

Passo attraverso un grande patio,  entro finalmente nel giardino con vista piscina.

Acero, Olivi, Corbezzoli, Cipressi…ti accolgono. Un prato verde non curato, appena bagnato. Si respira un pizzico di decadenza vrtuosa che rende il contesto ospitale e non ostentato. Un posto per tutti.

E quasi mezzogiorno. Mi guardo intorno, 9 persone in tutto compresi noi..che siamo in tre, io Nicola e Gloria.

Buongiorno. Una coppia di donne sui 5o anni mi saluta in modo aperto. Ricambio il saluto mentre mi prendo un lettino. Forse sorelle o forse coppia, non saprei.  Parlano piano vicino al bordo piscina all’ombra di un olivo.

Piscina in stile pompeiano, 2o metri circa. Non grande ma sufficiente. Mi butto , due bracciate, mi rinfresco.  Mi siedo con Nicola sul bordo piscina.

Una coppia, uomo donna, sui trent’anni più amica di lei. Parlano di viaggi. L’amica parte per l’India il 16 di Agosto. Lui sembra un discreto viaggiatore. Indossa una maglietta rossa con il marchio di emergency.  Parlano di viaggi, di luoghi che non conosco, capisco che si tratta di una qualche località in Indonesia. L’amica fa considerazioni sulla bellezza di questa o quella località. Lo fa in modo discreto, senza ostentazione con la genuina empatia di chi ama il viaggio.

Due donne, 70 e 60 anni direi. Dall’altra parte della piscina, all’ombra del fico. La donna pù vecchia si alza, si muove con circospezione, la  piscina è circondata da un bordo in pietra serena che brucia battuta del sole. Il calore sembra farle perdere momentaneamente l’equilibrio.

Una coppia è arrivata, 55 anni circa,  chiedono informazioni al  personale  in inglese ma non  sembrano britannici  e nemmeno americani.  Faccia simpatica, discrezione nordica.  Forse sono arrivati in bicicletta.

Pomeriggio, ore 15.00 circa. Un gruppone di ragazzi, una decina forse, intorno qi 18 anni. Uno si stacca dal gruppo e con una gag si butta in piscina. Stava evidentemente imitando un amico.  Si lanciano in acqua. Chiasso  discreto. Qualcuno nuota bene, qualcuno meno bene. Uno non sa nuotare.

Trascorre il tempo. Non ci accorgiamo. Le voci allegre senza rumore.

Ad un certo punto il personale inizia a portare tavoli nel giardino, scopriamo che nel pomeriggio c’è un matrimonio. Chiedo a che ora bisogna sloggiare. La signora che guida l’organizzazione mi sorride-, “potete stare quanto volete…il matrimonio andrà avanti fino a mezzanotte.” Evidentemente chi fa la festa di matrimonio deve rispettare l’ospitalità del luogo.

Un luogo nobile, che attenua i suoni,  aperto, senza porte. Non so se questo sia il pubblico di sempre ma si ha come l’impressione che sia il luogo a prevalere sul carattere dei suoi “abitanti”. Perché, a volte,  se riesci a creare un bel luogo anche le persone possono diventare belle.

Alle 18 esco. Sulla sinistra della porta di uscita due biciclette.

Avevo preso con Enrica un impegno  di ricerca: “sociologia della piscina la chiamerei.

Troppo caldo ehh!!

🙂

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Silenzio delle idee lunghe

tanti piccoli flebili suoni cantano un brusio di fondo accompagna costantemente  le ore della nostra giornata scrivo sul mio iPhone direttamente nella

Per fare tutto ci vuole un fiore

Per fare un tavolo ci vuole il legno, Per fare il legno ci vuole l’albero, Per fare l’albero ci vuole il seme,

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