Ricetta: termine che riferito ai comportamenti indica la ricerca di una via stabile e certa alla soluzione di un problema.
In realtà l’arte culinaria è cosa in costante e rapida evoluzione. Quindi le ricette non sono sono cosa stabile…e non solo per la famosa frase del senso comune che nega la possibilità di ricette per il futuro.
Le ricette cambiano si modificano in funzione dell’evoluzione dei popoli, dei climi, delle migrazioni. Le “ricette” sono rappresentazioni antropologiche. Quando frequento un nuovo paese una nuova cultura mi appassiona ciò che mangia quel popolo.
Se volessimo tentare una semplificazione quasi “offensiva” potremo dire che gli ultimi 100 anni di pensiero politico si sono alternati intorno alla dualità tra collettivismo e individualismo , per definire ruolo della proprietà privata e ruolo dello stato.
Sociologia, economia, psicoanalisi hanno sviluppato riflessioni privilegiando ora questo ora quello.
Libertà dell’individuo e ragion di stato contrapposte, in una sorta di roussoviano contratto sociale che vede sacrificare i bisogni e le passioni individuali alla ragione pubblica. Il tronfio di questi estremi ha visto lo sviluppo dei regimi totalitari del socialismo reale da un lato e dall’altro lo sviluppo dello stato liberista o neo-liberista.
Ingredienti: una buona base di etica dell’intenzione in salsa sociale.
Beni comuni, etica dell’intenzione e economia della conoscenza in rete promettono di offrire una nuova base di ingredienti per la composizione di nuove ricette.
Nuove ricette alimentano nuovi gusti.
2 risposte
perché al bene comune ci credo un po’ poco?
Io ho spesso offerto idee contenuti e lavoro, e altri li hanno monetizzati (= fatto i soldi).
Bisognerebbe condividere anche parte dei guadagni allora!
Hai ragione. Beh capita spesso in questa cultura.
Proprio per questo è interessante tutto ciò che si sta scrivendo sul tema dei “commons”. C’è anche chi lo sta pensando anche come un sistema che genera ricchezza.
Interessante il libro di Barnes “capitalismo 3.0”.