Scoprire è togliere un velo.
In un istante appaiono forme ignote.
Un istante e prendi coscienza, per la prima volta, di qualcosa che già esiste.
Era lì, sotto, in attesa del tuo rischiaramento.
E’ accaduto in quel 1974.
Donna, fisico minuto, forza da formatore di coscienze.
Con lei ho superato la mia idosincrasia verso la lettura.
Con lei ho letto il primo libro.
Con lei ho avviato l’abitudine a guardare non solo davanti, ad apprezzare la bellezza delle prospettive multiple.
E, dopo aver guardato, provare a capire il perché di tutti quelle facce che hai osservato.
13 anni , troppo pochi per sviluppare concetti sulla complessità della vita dell’uomo, già abbastanza per avviare il pensiero.
Questo lei cercava, per quei 13 enni di quel 1974.
Per caso o per fortuna in quel 1974 l’ho incontrata.
Per caso o per fortuna in quel novembre ero invaso da malinconia creativa.
Per caso o per fortuna un frullato di emozioni salirono in gola e poi nella mente per finire nello scritto di quel compito di italiano.
9, la mia piccola professoressa di italiano mi assegnò un incredibile 9 per quelle prova.
Come avevano fatto tutti i miei stirati 6 a trasformarsi in un 9 ?
« Ognuno sta solo sul cuor della terra trafitto da un raggio di sole: ed è subito sera. »
Quel 9 in Italiano ha scoperto passioni , ha mosso ricerca.
Il raggio di sole di Quasimodo, metafora dell’alternarsi delle gioia e del dolore, evocò il moto della ricerca.
Ricercare non vuol dire trovare. Ma… ricercare sulla “tua” terra mette in movimento verso la felicità.
Grazie alla mia piccola professoressa di Italiano!
Grazie per aver scoperto un velo su una delle ignote prospettive di me.