Se non vedi la strada davanti a te, SPOSTATI !

Vi ricordate “Non ci resta che piangere” lo stupendo film di Massimo Troisi e Roberto Benigni?  Il film inizia con una fermata.  La loro strada è interrotta da un paesaggio a livello,  chiuso a causa di un treno in transito. Per superare un ostacolo che ostruisce il nostro cammino talvolta è richiesta intuizione, altre volte razionalità, altre volte ancora semplicemente attesa.

Attendere.

In questo caso, Saverio (Roberto Benigni) e Mario (Massimo Troisi), dovrebbero semplicemente attendere. Ed invece no. Impazienti dell’attesa decidono di cambiare strada, una strada ignota che li catapulta direttamente nel 15° secolo.
In quello spazio-tempo ignoto Mario e Saverio sono spaesati e, per rassicurare la propria posizione, cosa fanno? Si agganciano alle “cose” del proprio spazio/tempo. Mario (Troisi)  tenta di far innamorare Pia (Amanda Sandrelli) interpretando e creando “nuove” canzoni: Avanti Popolo, Fratelli d’Italia,  Bianco Natale”,  Volare, Yesterday…
Ancora: i nostri protagonisti tentano di “vendere idee” a Leonardo da Vinci: dal termometro, al semaforo, al gioco della scopa! Ma le loro spiegazioni sono scarse. Scarse sono le capacità di argomentazione. Mario e Saverio, come tutti noi,  “usano” le cose del proprio tempo (il termometro, il semaforo…il treno)  ma non ne conoscono la natura profonda, le cause che ne determinano l’esistenza.

I modelli che usiamo per costruire i nostri punti di vista che a sua volta danno vita alle nostre “giuste” abitudini  sono come “cultura addensata”  come il cemento su cui costruiamo altre opere per il nostro futuro. Questa “cultura addensata” che somma il nostro vissuto, il vissuto della nostro ambiente ristretto costituito dalla famiglia, il vissuto della cultura della propria civiltà, costituisce la base dei nostri paradigmi, dei modelli interpretatavi con cui ogni giorno guardiamo la realtà.

E quando troviamo di fronte a noi un passaggio a livello chiuso? Che si tratti  un ostacolo che ostruisce il nostro cammino  o un fenomeno fino ad allora ignoto. può capitare che quei modelli interpretativi, quei paradigmi che fino ad ieri erano stati così efficaci mostrino la propria inadeguatezza.

Ecco che  con un paradigma “inadeguato” anche un genio come Leonardo da Vinci appare come uno stolto;  anche per Leonardo sembra difficile comprendere un’idea semplice come il funzionamento di un termometro.

COSA FARE ALLORA?

Dobbiamo cambiare paradigma, cambiare punto di vista, cambiare prospettiva! E fu così che anche lo “stolto”  Leonardo da Vinci fatica a comprendere il funzionamento del termometro sbuca dalla nebbia con una grande locomotiva d’acciaio. Con le scarse e confuse spiegazione di Mario era stato in grado di costruire un treno!

Quando siamo pervasi da “spaesamento cognitivo” la cosa più importante da fare è: SPOSTARSI !!!

Esplora

Silenzio delle idee lunghe

tanti piccoli flebili suoni cantano un brusio di fondo accompagna costantemente  le ore della nostra giornata scrivo sul mio iPhone direttamente nella

Per fare tutto ci vuole un fiore

Per fare un tavolo ci vuole il legno, Per fare il legno ci vuole l’albero, Per fare l’albero ci vuole il seme,

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.