Il mio amico Dimitri mi ha portato due volte in montagna.
Salire in cima ad una vetta non è facile.
La vetta è lontana, ci devi pensare, ma non deve essere il pensiero costante.
Il desiderio della meta guida la condotta, il rigore nel mettere un passo dopo l’altro.
Ed ogni passo è fatto di attenzione, di metodo, di etica.
Poi vi sono i passaggi.
Ve ne sono alcuni che sembrano insormontabili.
Lì il pensiero della distanza dalla vetta distrae, fa aumentare il battito cardiaco, fa mettere mani e piedi in fallo.
I passaggi sono zone in cui occorre focalizzare il massimo l’attenzione sul passaggio stesso.
Non devi avere altri pensieri.
Non devi guardare indietro. La sicurezza del campo base è lontana ed è difficile tornare indietro
Non devi guardare la vetta. L’ansia delle difficoltà bloccherebbe muscoli e cervello.
In montagna, a parte rari casi, si va in due o più.
Ciò che serve per salire è sincronia.
Quando il primo sale il secondo si salda alla terra per reggere il colpo in caso di caduta.
Quando tocca al secondo il primo si cura di tener ben tesa la corda.
Una volta per uno, uno attento i movimenti dell’altro
Quando i movimenti diventano asincroni e sopratutto ignoti ci si blocca al primo passaggio.
Per salire su una montagna occorre camminare “sincronici”
6 risposte
Ci terrei alla tua partecipazione, sempre che tu ne abbia voglia, http://www.laltrametadelcielo.wordpress.com
la discussione verte sulla cultura, l’informazione, l’istruzione e la prassi nella sinistra. Vuoi dare un contributo?
Ciao Ross
Ciao Ross, non manchero!!
è bella questa cosa del ‘camminare sincronici’, un esercizio zen, una danza mentale. Ma anche un bel modo di acuire la capacità di attenzione per l’altro, l’ascolto. Mi hai ricordato certi esercizi che si fanno nelle scuole di teatro, come quando si deve contare, un numero per uno, stando in cerchio, senza guardarsi, senza mai sovrapporre le voci: cerchi di sintonizzarsi sugli altri che hai attorno e si crea alla fine una specie di sintonia, fragile e intensa.
Fragile è intensa, bello!!
Le buone relazioni hanno la caratteristica di essere “deboli”.
Mi è capitato qualche tempo fa di riflettere su questo.
http://www.alessandroguidi.net/?p=27
Alessandro, ho finalmente scovato il tuo blog, ora non hai più scampo 😉
Da tempo sto cercando persone con cui scalare le mie vette in sincronia… non è facile. Ma concordo, è l’unico modo.
Ti metto senz’altro tra i miei link, se non ti dispiace.
Alla prossima.
Sono contento, grazie
Alla prossima