Società 1

 

Tento l’avvio di un cammino di riflessione su un tema lanciato da Enrica alias Orientalia

Società, la parola chiave lanciata da Enrica con l’invito alla riflessione su tutto quello che può evocare idee, suggestioni, passioni. Enrica potresti lanciare un meme dal tuo blog che ha un numero di lettori ben superiore ai miei tre!

Tema poliedrico! Bene…allora.. via con i  pensieri liberi!!!

Evocare il concetto di società significa muovere un tema che riassume destino e senso. Felicità e dolori, ansie e speranze.  Tutta la nostra vita scorre intorno al problema della relazione. Una BUONA relazione ci rende felici, una cattiva relazione infelici. Relazione tra un uomo ed un uomo, tra un uomo ed il suo ambiente, tra uno uomo ed il suo tempo…così potremo continuare.

Chi si mette in società? Sia Uomini che Animali. La società umana come la società animale inizia il suo percorso di relazione sociale per abbattere tendenzialmente gli ostacoli o le avversità dell’ambiente. Un branco compatto si sente più forte. I “nemici” attaccano i lati deboli, chi rimani indietro, ma il branco avanza con tutta la sua forza. E, come in ogni branco, si stabiliscono regole non scritte (gli animali ancora non hanno imparato a farlo) per regolare la vita in società.

Quale differenza tra la società umana e società animale. Per ora un pò poco ehh!. Vediamo se nel prosieguo mi viene qualche idea aggiuntiva!

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Silenzio delle idee lunghe

tanti piccoli flebili suoni cantano un brusio di fondo accompagna costantemente  le ore della nostra giornata scrivo sul mio iPhone direttamente nella

Per fare tutto ci vuole un fiore

Per fare un tavolo ci vuole il legno, Per fare il legno ci vuole l’albero, Per fare l’albero ci vuole il seme,

11 risposte

  1. Verissimo che l’unione fa la forza. Ma fa anche l’amore, credo, si sta insieme anche per avere una famiglia affettiva, per quanto non ti aiuti a livello pratico e anche se non ti ama. La ami tu. Spesso basta che si lasci amare.

    Inoltre credo che non per tutti avere delle relazioni, buone o cattive che siano, sia essenziale: ci sono i narcisisti per esempio che non sanno che farsene, anzi, per loro la relazione è buona solo se la possono usare, se aumenta loro stessi e loro vi si possono riflettere al meglio. Tutto il resto non conta, sono solo pallide ombre o, al più, lievi fastidi. Il narcisista se li scrolla di dosso senza problemi.

    E di narcisisti, più o meno disturbati, più o meno patologici, è piena la società.

  2. Beh però il narcisista è il primordiale tipo di uomo.
    La prima consapevolezza di sè
    Quindi, quando ne incontri qualcuno, puoi decidere due cose:
    1.attendere la loro evoluzione di uomini. devi avere molta pazienza.
    2.rompere lo specchio

  3. Come il solito scrivo un commento.. poi mi dimentico il nome e sparisce tutto… Cerco di rifarmi.

    Dicevo:

    Tra la società animale e la società umana non vedo grandi differenze naturali.. in quanto uomini e animali hanno scritto, credo nel DNA, sopra tutte le priorità, quella di sopravvivere.
    Che è ovviamente resa piu’ semplice dall’aggregazione: il gruppo puo’ contrastare il nemico, le codnizioni avverse del territorio, del clima della fatica, della fame ecc unendo le risorse, compensando a vicenda debolezze e forze.
    Gli animali lo fanno molto bene …. Il problema è quando si deve parlare dell’uomo moderno….
    Che sfrutta il gruppo per sè, per ottenere ciò che a lui interessa e se necessario tradsice, senza troppo pensarci sopra magari vendendo ideali e progetti ad un altro gruppo ecc. La nostra classe politica ma non solo la nostra comprende degli ottimi … esemplari.
    .
    Gruppo (piu’ personalmente)

    Lavoro con e per uno studio professionale: ero presente alla prima accensione del primo pc (lento come una lumaca), ho comperato io il primo doxa, insieme al fondatore, mio capo ma soprattutto amico, ora come allora. Abbiamo condiviso dolori e delusioni ma anche incomprensioni e punti di vista differenti che pero’ ci hanno sempre trovato uno di fianco all’altra. Dura da 26 anni e non sono state come si dice rose e fiori … eppure è cresciuto un giardino. Bello direi.

    Siamo cresciuti, ci abbiamo impiegato anni e la squadra ovviamente è aumentata. Siamo un gruppo e proprio l’altro giorno mi trovavo a spiegare ad una neo assunta cosa fosse per me un gruppo.
    L’ho fatto usando la metafora della barca: quando si è sopra la stessa barca non è affatto sufficiente che ogni singolo remi.
    Lo deve fare laddove serve.. altrimenti se in un punto c’è debolezza, mancanza di forza o carenza la barca procede storta.
    Ergo: la solidarietà, il sapersi adattare, la capacità di vedersi come una specie di magma, come unico individuo insomma, è fondamentale.
    Sopperire, rafforzare, intervenire a rattoppare se del caso, a volte è piu’ importante perfino della competenza specifica.
    Il saper vedere il tutto, possedere la visione d’insieme, e lavorare per la sua crescita, questo per me è essere gruppo.

    Saper correre ma anche accorrere, mettere a disposizione le proprie conoscenze, condividerle senza mai esserne gelosi, saper trasmettere e voler imparare questo è essere gruppo.
    Se una persona commette un errore, è lo studio che lo commette.
    Se si ottiene un successo perchè un singolo ha fatto bene una consulenza e il cliente è contento, è lo studio che festeggia … lo studio.

    Questo è essere gruppo: il singolo che lavora per sè, certo ma a beneficio di tutti in uno spirito di scambio e di condivisione.
    I compiti e le mansioni ci sono, devono esserci perchè sono differenti compiti e competenze, altrimenti tra leggi leggine e adempimenti sarebbe il caos, ma non possono e non devono essere oggetto di ostacolo o di differenze. O di meriti.

    Scusate se sono prolissa. E’ un periodo di super lavoro e questo tema è piu attuale che mai.

    Ciao Ale. Ciao Enrica.

    Celeste

  4. meno male..
    Almeno i pensieri .. liberi.
    Mi ricordo quella canzone di Lucio Dalla che dice: I pensieri sono come l’oceano non li puoi recintare non li puoi bloccare.. com’è profondo il mare….
    Ma il mare è malato piu’ che profondo. Ci stiamo uccidendo da soli. Vabè.. dopo questo fuori tema n. 2 vado a dormire.

  5. “L’ho fatto usando la metafora della barca: quando si è sopra la stessa barca non è affatto sufficiente che ogni singolo remi.”

    No infatti, bisogna remare insieme e verso la stessa direzione!

    Ma Alessandro ha smesso di scrivere. La continuazione di “società”?

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