Storie 1

Il gioco delle parole da commentare lanciato da Enrica mi diverte. STORIA,  parola interessante che coinvolge società e persone.

Sembra che le storie interessino poco. Lo testimonia la classifiche dei libri più venduti. Chi legge sembra essere animato più dal desiderio di evadere che di conoscere.

Le storie,oltre che riempirci di fatti azzardano ipotesi sul futuro secondo una aspettativa di reiterazione degli eventi. La storia ci aiuta a rappresentare fenomeni sociali. ambienti che rappresentano l’humus nel quale nascono, crescono e si sviluppano le culture degli uomini.

La storia non riscontra l’interesse per il passato ma trova le ragioni della propria ricerca in quanto evoca futuro. Potremo dire che la storia, di un singolo, di un  gruppo sociale, di un’epoca storica ci interessa tanto più quando la ricerca nei fatti del passato stimola la rappresentazione di immagini per il futuro.

Anche le mode sono avvezze a rovistare nelle storie degli uomini per cercare nuovi stimoli per il futuro. La nostra morale, il nostro diritto, la nostra lingua affondano le ragioni del presente nella storia.

Ed ecco che, allora leggere storie o la storia intesa come movimento di uomini attravrso le ere, ha un significato profondo di ricerca del proprio futuro. Chi studia la storia del pensiero ha a cuore la vita futura di questa società.  Chi ha interesse per le storie degli altri, dei giovani che ansiosamente si accingono alle prime esperienze affettive, professionali, dei vecchi che con il loro malinconico rimpianto fanno emergere saggezze nascoste.

Quando vedo che leggere storie e storia poco interessa, mi preoccupo. L’ Uomo che per migliorare la condizione del proprio presente evade da esso mi preoccupa. A me interessano le storie anche le storie delle persone che mi passano accanto.

Un presente felice è solo quello caratterizzato dal lento e costante lavoro per un futuro migliore. Quasi tutti i giorni lo racconto ai miei figli. So che gli sto un pò antipatico ma confido nel loro affetto.

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Silenzio delle idee lunghe

tanti piccoli flebili suoni cantano un brusio di fondo accompagna costantemente  le ore della nostra giornata scrivo sul mio iPhone direttamente nella

Per fare tutto ci vuole un fiore

Per fare un tavolo ci vuole il legno, Per fare il legno ci vuole l’albero, Per fare l’albero ci vuole il seme,

4 risposte

  1. Forse la gente ha bisogno di evadere. Sono momenti diffiicili e come in ogni momento difficile si tende a sopravvivere e forse a pensare un po’ meno. Si dovrebbe lavorare di piu’, ovvio, ma c’è qualcosa dentro gli uomini che tende ad ignorare i problemi, il dolore, e rifugiarsi in un mondo fittizio, illusorio. Io vedo molti giovani vivere di vuoto, parlare di vuoto: il consumo di alcool è aumentato notevolmente. Mancano le passioni, mancano gli entusiasmi, mancano i credo. Mancano ideali.
    Il presente affonda le radici nel passato, il futuro le avrà nel presente. Eh… non è mica una bella visione!

    La storia siamo noi siamo noi questo piatto di grano…
    Il grano di domani è transegenico, lo stiamo producendo adesso. Insieme agli edulcoranti che condiranno le menti di domani.
    Visione pessimistica? Di sicuro… Mi auguro che lo sia troppo…. ma soprattutto lo auguro a chi ora sarà l’uomo di domani e non so se ripercorrere la storia a ritroso sarà possibile. Perchè penso che si debbano per certi versi fare passi indietro e sanare errori anzichè metterci sopra le solite pezze.

  2. Ciao Celeste forse dovremo fare qualche passo indietro.
    Ma solo per recuperare il senso della prospettiva.
    Capita di perderlo quando si guardano le cose da distanza ravvicinata.
    Dobbiamo porci il problema del cammino, del senso della metà, del fine…
    Insomma se la direzione verso la quale stiamo camminando va bene o no?
    Se ci procura gioia, felicità oppure no!

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