Durante l’adolescenza, nella fase in cui si consolidano conoscenze ed esperienza, temevo l’interazione con gli intelligenti. Una specie di ansia da prestazione, forse alimentata da una specie di complesso di inferiorità, rendeva difficili le relazioni con quelli più bravi di me.
Quando sono diventato “grande” ho iniziato ad amare gli intelligenti. Ho cominciato a riconoscere le mie inferiorità ed ho potuto ascoltare. Per ascoltare occorre porsi in quella particolare condizione di accoglienza, fondamentale per acquisire conoscenze .
Ma ritornando al punto, provo a definire i “tipi ideali” di intelligenza.
Si sente spesso dire: ho incontrato una persona intelligente, anche se un po’… e lì ci schiantiamo un attributo. Insomma ci sono gli intelligenti stronzi, quelli che se la tirano, quelli disponibili a condividere, quelli che faccio tutto io, quelli che …
Ogniqualvolta ci troviamo di fronte ad una persona ci divertiamo a caratterizzarne l’intelligenza con qualche attributo.
Ogni tanto mi lancio, per gioco, in questi tentativi “normativi” ; stasera mi sono avventurato nell’individuazione di ben 4 tipi ideali di intelligenza.
Tipo 1: intelligenza percettiva. Ne dispone chi ha la capacità di sentire i cambiamenti di clima. L’ambiente, la terra, i luoghi entro i quali si costruiscono ed operano i sistemi razionali. Coloro che addensano geni con questo tipo di intelligenza brillano per l’attenzione ai particolari; hanno sensi ben sviluppati.
Tipo2 : intelligenza emotiva. E lo stadio in cui si formano i sentimenti. Ne dispone chi, elaborando le percezioni, fa nascere sentimenti che muovono passioni. Le passioni sono dai più ritenute la fase della formazione del senso, vero sistema “detonante” per l’esplosione dei sistemi razionali. Coloro che addensano geni con questo tipo di intelligenza ascoltano, in modo particolare, le proprie emozioni e quelle delle persone amate.
Tipo 3: intelligenza logica. Attiene alla capacità di creare sistemi razionali, di assumere i dati dei sensi e farne strutture pronte per essere consumate negli universi economici relazionali. Coloro che addensano geni con questo tipo di intelligenza mostrano attenzione di sé con qualche tendenza alla ricerca di posizioni ego-riferite.
Tipo 4: intelligenza relazionale. Sistemi razionali ed emozioni si sviluppano prevalentemente anche se non necessariamente in contesti sociali. Comunicare, stabilire relazioni umane, crescere nell’universo delle differenze, sono le azioni tipiche di chi dispone di questo tipo di intelligenza. L’intelligente relazionale mostra particolare attenzione al contributo altrui con tendenza ad agire con atti “spettacolari” e/o “pubblici”.
L’ingresso in questi universi può avvenire da uno qualsiasi dei punti descritti. Il soggetto che addensa geni di tipo 1 fa il proprio ingresso nell’universo delle intelligenze da quella porta ed è indotto ad interpretare la realtà con quel set di strumenti.
Quando si diventa grandi di solito ci si rende conto che quel set di strumenti è limitato. Allora inizia “l’esercizio ginnico” per dotarsi degli strumenti limitrofi e per godere della presenza di intelligenze diverse dalla nostra.
Ogni coppia, famiglia, gruppo, team o comunità cosa dovrebbe fare per ben funzionare?
Ascoltare chi è diverso da noi, sempre. Sempre ci farà imparare.
Se poi, chi parla, ogni tanto, si ferma per farti parlare perché desidera imparare, allora dovremo aprirgli la porta del nostro cuore, della nostra casa o del nostro borgo.
Ora vi lancio un gioco , carissimi miei tre lettori ?
Ditemi. Che tipo di intelligenza addensate?
E poi, guardatevi intorno, le vostre relazioni affettive e/o di amicizia che tipo di intelligenza addensano?
11 risposte
io direi che appartengo alla 3 tendente alla 4, così, a pelle. Ma forse è solo quello che preferirei, piuttosto che quello che sono…
Bella domanda?!?
Ma ti rendi conto che qualsiasi tipo di risposta dai ti fa sentire presuntuoso e poco intelligente? 😀
Comunque a guardar bene credo che ogni persona con un minimo di intelligenza abbia un insieme della quattro tipologie. Magari con una tendenza maggior verso una di queste o meglio con una debolezza maggiore verso un tipo di queste intelligenze.
Io se fossi intelligente avrei una lotta impari tra i primi due tipi, ma con tendenza anche alla concretezza logica e razionale. Per la relazionale? Boh non so.
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«intelligente, ma….. » e segue attributo.
si è proprio così.
personalmente diffido delle intelligenze a senso unico, ossia quelle che appartengono a un tipo solo. Pericolosi, pericolosissimi soprattutto per la salute, in particolare per il fegato. I razionali-logici puri sono quelli che sopporto di meno, perché quasi sempre hanno una forte deriva autistica e alla fine, più che intelligenti sono semplicemente stupidi, perché, come direbbe Carlo Maria Cipolla, arrecano un danno agli altri senza trarre vantaggio per se stessi. Ne ho incontrati diversi, e bizzarramente tutti della stessa categoria professionale.
A parte questo cercherò di rispondere alla tua domanda: che tipo sei?
Intelligenza relazionale, ma quando non sono inversa, perché altrimenti le venature percettive diventano fastidiosamente predominanti.
Nelle fasi più serene direi «punte e mes»: logica e emotivo-relazionale.
😉
p.s.
a questo proposito, ecco una discussione simile
http://it.answers.yahoo.com/question/index;_ylt=AihZIEynRsEyfM._SvLHkNsxDgx.;_ylv=3?qid=20080315142534AAF1eNp
e l’intelligenza creativa?
ci ho pensato e credo che tra quella percettiva e quella creativa…. quest’ultima sia veramente importante.
Emidio, appartieni alla quarta e per niente alla terza!! No..dai scherzo stasera ho il “ruzzo”.
A parte gli scherzi sono d’accordo. A volte potresti tentare qualche incursione nelle terre della seconda. In politica farebbe bene ad allontanarsi dalla riva della real-politik.
🙂
Ciao Ross, hai ragione, potremo rischiare di apparire presuntuosi anche se “addensare” qualche neurone di un tipo o di un altro non ne indica la quantità! E parlo per me!
🙂
Chi sta tra il primo ed il secondo stadio muove passioni.
A volte il compito difficile è quello di farsi capire.
Elena, mi è venuto in mente questo post perchè in questi giorni ho avuto frequenti problemi, tipo quelli da te descritti. Nella vita professionale con soggetti con spiccata intelligenza logica ed anche nella vita personale con persone con spiccata intelligenza percettiva.
Il problema si presenta sempre quando tentiamo di assurgere al ruolo di verità prospettive di visione della realtà che allontano dal dialogo e dal confronto dialettico.
E’ più forte di me….nella mia mente restano impressi i particolari….della serie, potrei elencare come erano vestiti alessandro, elena o emidio la prima volta che li ho visti (scusa rossana, non ti conosco!) quindi direi intelligenza percettiva…ed ora sto scoprendo che il bello è trasformare queta mia intellingenza in vere e proprie passioni da seguire….non c’è niente di peggio che provare un senso di inferiorità verso se stessi, e quindi…………
W la pittrice!!!!!!!!!
Caterina, meno male che c’è qualcuno a cui non sfuggono in particoalari 🙂
Io per dimensioni sotto un elefante non vedo.
dato che io mi ricordo come ero vestito la prima volta che ci siamo visti, Cate, come ero vestito? 😉
ad alessandro invece vorrei dire:
rimanere con forza piantati sulle proprie posizioni, politiche e non, mentre le si discutono, non vuol dire non essere disposti ad assorbire quello che l’altro sta dicendo, ma essere intenzionati a trasferire all’altro un po’ di sé.
Ti sarà più chiaro quello che intendo quando leggerai il mio prossimo post (ovvero quando avrò il tempo di scriverlo) e ci troverai delle cose che hai detto, ma che nel corso della discussione in cui le hai dette io ho continuato a ribattere.
Mi spiego meglio. Se tu dici A e io dico B e discutiamo di questo, il fatto che io continui ad asserire B non significa che quando la discussione sarà conclusa io non accetti nulla di A. Significa solo che voglio che tu comprenda le ragioni di B.
Emidio, la penso anch’io come te. Non si esce mai da una discussione nello stesso modo in cui siamo entrati.
🙂