301 sono i giorni trascorsi dal mio ultimo post su questo blog.
Da allora sono successe molte cose.
I miei amati figli hanno avviato il percorso universitario, mi sono sposato con una donna meravigliosa, ho avviato una nuova sfida professionale e, di queste cose, nessun frammento di metafora su questo blog.
Manca poco a superare l’anno e devo dire che la scrittura mi manca.
Mi manca quell’allenamento mentale che ogni tanto, nei passaggi in treno verso il mio vecchio luogo di lavoro, rendeva possibile la rappresentazione delle mie strampalate idee.
Natale 2013. Come ogni anno cerco regali in libreria.
L’occhio si posa su un simpatico blocco per appunti con una copertina: “il blocco dello scrittore”.
Lo scorro. Si tratta di un normale blocco per appunti che in ogni pagina espone un buon consiglio per aspiranti scrittori.
Sono incerto. Che faccio, acquisto?
Mmmh…leggere consigli per scrittori. Non vorrei alimentare la vanagloria di avere una qualche qualità di scrittore. Lo rimetto a posto.
Incespico su questa incertezza e, pervaso dall’ambizione di aspirante scrittore, decido di acquistarlo.
Stamani ritrovo il blocco sotto un libro: lo scorro, ad un certo punto un consiglio: “scrivi senza fermarti per 10 minuti, orologio alla mano; non giudicare quello che stai scrivendo ma goditi questa sensazione di libertà”.
Pronti, attenti, via…10 Minuti forza solo 10 minuti …chissà cosa verrà fuori.
Scrivo, impugno la tastiera del mio computer, batto i tasti in modo deciso e veloce le mani si intrecciano, il correttore ortografico segna impietosamente l’errore.
Torno indietro, abbasso lo sguardo sulla tastiera, rallento il ritmo, riparto con la scrittura.
Qualche volta scrivo a testa alta, a volte no ; qualche volta le mani riconoscono la tastiera senza guardare, a volte no.
Capita.
Quando i miei pensieri sono più veloci per la mia abilità di dattilografo.
Oppure quando scorrono pensieri vacui che trasferiscono insicurezza a quella stessa abilità.
In molte altre occasioni della nostra vita, camminiamo con due prospettive.
Con lo sguardo rivolto verso l’alto. Aiuta l’orientamento, ci da immediatamente il senso della direzione.
Con lo sguardo rivolto verso il basso. Alleggerisce l’ansia da errore, ci consente di appoggiare i piedi su basi solide allontanando il timore di scivolare, inciampare in ostacoli imprevisti.
Nel primo caso corriamo il rischio di cadere.
Nel secondo caso di perdere l’orientamento
Equilibrio tra pensiero e abilità di esecuzione sono gli ingredienti per costruire opere, avviare imprese.
I dattilografi sono l’unica categoria che scrive a testa alta.
Chissà, forse nel governo delle nostre istituzioni e delle nostre imprese dovremo assumere squadre di dattilografi ?
PS: Il mio “blocco dello scrittore” non aveva per niente ragione. Per scrivere queste quattro righe ho impiegato 2 ore.
2 risposte
Bentornato Ale.
ps non importa se impieghi 5 minuti o 2 ore.
🙂
Grazie dell’incoraggiamento.