Quando un’idea, volatile, ronza per la testa tento di acciuffarla. Mi siedo, provo a scrivere, come per incanto l’idea che prima sembrava chiara si sfuma, diventa confusa, perde i sostegni che sembrava avere. Mi arrabbio, mi alzo, leggo uno scritto di altri, uno di quelli che scorre bene, non come il mio; uno di quelli dove la comprensione è veloce come il movimento degli occhi.
Con l’ammirazione (ed un pizzico d’invidia) per chi è più bravo di me mi concentro su quel ronzio volatile. Volatile ed informe come un ciocco.
Ci riprovo, tolgo materia, ed il ciocco avvia a prendere forma. Capisco poco di arte, provo lo stesso ad immaginare l’emozione dell’artista quando il suo blocco informe di materia prende vita.
Spesso la creazione è accompagnata dal togliere. La natura disvela forme all’atto del togliere. Montagne, mari hanno preso forma al togliere. Il batter del vento e dell’acqua toglie terra e crea guglie di granito. Lo staccarsi della terre crea recipienti, brodo di vita.
Oggi ho ciocco da ardere. Raramente faccio lo scultore, spesso il boscaiolo.
4 risposte
È vero, spesso la creazione deriva dal togliere. Poi togliendosi qualcosa di dosso forse potremmo essere più leggeri…Forse più felici.
Ciao Vanni,
benvenuto sul mio blog e grazie per il tuo commento.
Hai ragione.
Eppoi.. un certo tipo di leggerezza fa il paio con profondità … e ci consente di lavorare alla ricerca della felicità.
sono in grande accordo. spesso solo l’ascolto puro ed il semplice riconoscimento, senza interpetazione o giudizio, di ciò che abbiamo di fronte fanno si che l’ispirazione si manifesti. Il cervello quasi sempre è solo un disturbo.
Grazie Ale del tuo commento.
Il nostro “cervello” si sente a suo agio e associa cose che conosce.
Alla nostra volontà spetta il dovere di introdurre le “diversità” perché possa crescere la “felicità della creazione”.