Togliere, creare

Quando un’idea, volatile, ronza per la testa tento di acciuffarla. Mi siedo, provo a scrivere, come per incanto l’idea che prima sembrava chiara si sfuma, diventa confusa, perde i sostegni che sembrava avere. Mi arrabbio, mi alzo, leggo uno scritto di altri, uno di quelli che scorre bene, non come il mio;  uno di quelli dove la comprensione è veloce come il movimento degli occhi.

Con l’ammirazione (ed un pizzico d’invidia)  per chi è più bravo di me mi concentro su quel ronzio volatile. Volatile ed informe come un ciocco.

Ci riprovo, tolgo materia, ed il ciocco avvia a prendere forma. Capisco poco di arte, provo lo stesso ad immaginare l’emozione dell’artista quando il suo blocco informe di materia prende vita.

Spesso la creazione è accompagnata dal togliere. La natura disvela forme all’atto del togliere. Montagne, mari hanno preso forma al togliere. Il batter del vento e dell’acqua toglie terra e crea guglie di granito. Lo staccarsi della terre crea recipienti, brodo di vita.

Oggi ho ciocco da ardere.  Raramente faccio lo scultore, spesso il boscaiolo.

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Silenzio delle idee lunghe

tanti piccoli flebili suoni cantano un brusio di fondo accompagna costantemente  le ore della nostra giornata scrivo sul mio iPhone direttamente nella

Per fare tutto ci vuole un fiore

Per fare un tavolo ci vuole il legno, Per fare il legno ci vuole l’albero, Per fare l’albero ci vuole il seme,

4 risposte

  1. È vero, spesso la creazione deriva dal togliere. Poi togliendosi qualcosa di dosso forse potremmo essere più leggeri…Forse più felici.

    1. Ciao Vanni,
      benvenuto sul mio blog e grazie per il tuo commento.
      Hai ragione.
      Eppoi.. un certo tipo di leggerezza fa il paio con profondità … e ci consente di lavorare alla ricerca della felicità.

  2. sono in grande accordo. spesso solo l’ascolto puro ed il semplice riconoscimento, senza interpetazione o giudizio, di ciò che abbiamo di fronte fanno si che l’ispirazione si manifesti. Il cervello quasi sempre è solo un disturbo.

    1. Grazie Ale del tuo commento.
      Il nostro “cervello” si sente a suo agio e associa cose che conosce.
      Alla nostra volontà spetta il dovere di introdurre le “diversità” perché possa crescere la “felicità della creazione”.

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