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Lunedì sera, una grande fiaccolata per le strade di Firenze.
Non so più misurare il numero delle persone, non sono più abituato alle manifestazioni di piazza. Un bel corteo sorridente, notturno. Insegnanti e studenti.
Molte scuole fiorentine sono occupate dagli studenti.
La passione politica non è ai massimi livelli, ma qualcosa si muove. Raccolgo frammenti dal racconto dei miei figli che frequentano la quinta ginnasio di un liceo fiorentino, anch’esso occupato.
Mi raccontano: “si ha l’impressione che in molti casi si è spinti più dal desiderio di saltare la scuola che dalla voglia di protestare…”
Una speranza:
La speranza che la scuola ritorni ad essere non solo il primo gradino della promozione sociale.
Il luogo dove non si pratica studio perché è utile ma perché serve all’uomo alla vita de suoi legami sociali e di senso.
“La mancanza di un futuro come promessa arresta il desiderio nell’assoluto presente. Meglio star bene e gratificarsi oggi se il domani è senza prospettiva. Ciò significa che nell’adolescente non si verifica più quel passaggio naturale dalla libido narcisistica (che investe sull’amore di sé) alla libido oggettuale (che investe sugli altri e sul mondo). In mancanza di questo passaggio, bisogna spingere gli adolescenti a studiare con motivazioni utilitaristiche, impostando un’educazione finalizzata alla sopravvivenza, dove è implicito che “ci si salva da soli”, con conseguente affievolimento dei legami emotivi, sentimentali e sociali.”
U. Galimberti-. La Repubblica. 1 giugno 2004